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Come comprendere e gestire le emozioni dei bambini nello sport: Guida per genitori consapevoli

Chiedere direttamente a un bambino “Perché ti senti così?” può sembrare un modo naturale per affrontare un problema, ma spesso questa domanda complica ulteriormente la situazione. Alcuni bambini riescono a spiegare perché sono spaventati, arrabbiati o infelici, ma per molti altri la domanda “Perché?” aggiunge solo ulteriore pressione. Oltre al disagio iniziale, devono analizzare la causa delle loro emozioni e fornire una spiegazione che sembri ragionevole agli adulti. Molto spesso i bambini non sanno realmente spiegare perché provano un certo sentimento, e altre volte sono riluttanti a farlo perché temono che agli occhi dei "grandi" le loro ragioni non sembrino abbastanza valide (“E tu piangi per questa stupidaggine?”).


Un approccio più empatico per aiutare i bambini


Per un bambino che si sente infelice, è molto più utile sentire frasi come: “Capisco che c'è qualcosa che ti rende triste” piuttosto che domande come “Cosa è successo?” o “Perché stai così?”. È più facile aprirsi con un adulto che accetta ciò che il bambino sta provando, invece di farlo sentire sotto pressione per fornire spiegazioni. A volte, tutto ciò di cui un bambino ha bisogno è attenzione e consolazione, ed è nostro compito dargli questo sostegno. Se non lo facciamo, potrebbe cercare di ottenere l'attenzione con altri comportamenti più fastidiosi.


Essere specifici e presenti

Alcuni bambini potrebbero comunque rifiutare il nostro aiuto, ma cercare di essere specifici spesso aiuta. Ad esempio, dire “Il primo giorno di allenamento deve essere stato molto duro perché non conoscevi nessuno” può far capire al bambino che lo stiamo realmente ascoltando e comprendendo. È importante, però, non cadere nella presunzione di sapere esattamente cosa stia provando l'altro. Tutto quello che possiamo fare è tentare di capire e, anche se non ci riusciamo sempre, i nostri sforzi saranno comunque apprezzati.


Attività fisica ed espressione creativa per liberare le emozioni

Quando i bambini sono arrabbiati, un'attività fisica può spesso aiutarli a rilasciare le emozioni negative. Prendere a pugni dei cuscini, martellare scatole di cartone vuote, impastare dell'argilla, ruggire come un leone, o lanciare freccette contro un bersaglio possono aiutare a canalizzare la rabbia in modo sicuro. C'avevate mai pensato? E quindi perchè non fargli praticare lo sport proprio per liberare le proprie emozioni?


Un'attività particolarmente efficace e gratificante è disegnare le proprie emozioni. La prossima volta che il tuo bambino è arrabbiato, offrigli carta e matite e digli: “Ecco qua, fammi vedere quanto sei arrabbiato. Disegnami come ti senti”. Resta con lui durante il disegno o mentre prende a pugni un cuscino: la tua presenza è essenziale per fargli capire che anche le sue emozioni più intense sono comprese e accettate.


Consigli pratici per gestire le emozioni dei bambini

Ricorda sempre che la comprensione dei sentimenti dei nostri figli è un processo continuo e che esiste sempre un'altra opportunità per migliorare la comunicazione. Anche se non si riesce subito, la comprensione è sempre apprezzata, sia che arrivi pochi minuti dopo, sia che arrivi più tardi.


Concludendo, ecco alcuni consigli pratici:

  • Evita di ripetere esattamente le parole del bambino: I bambini spesso non gradiscono sentirsi ripetere ciò che hanno detto. La tua presenza e il tuo ascolto sono già un grande conforto;

  • Reazioni autentiche: Evita di essere troppo freddo o troppo emotivo. Sii autentico e misura la tua reazione: una risposta equilibrata trasmette sicurezza e supporto;

  • Proponi delle scelte: A volte, offrire una scelta aiuta il bambino a superare il problema. Proporre delle alternative può essere più efficace di una richiesta diretta;

  • Non ripetere appellativi negativi: Se un bambino dice di essere “stupido” o “brutto”, non ripetere quelle parole. Accogli la sua sofferenza senza confermare l'insulto.


Creare un ambiente sicuro per i sentimenti

Non esiste una risposta giusta per ogni situazione, ma con il tempo acquisirai la percezione di cosa serve al tuo bambino e di cosa non è utile. Scoprirai cosa lo consola e cosa lo irrita, cosa crea distanza e cosa lo avvicina. La cosa più importante da ricordare è che nulla può sostituire la tua sensibilità e presenza autentica.

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