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La relazione genitore-atleta-allenatore

La partecipazione allo sport giovanile è associata a vari benefici sociali e psicologici, tuttavia, tali vantaggi sono spesso minati da esperienze sportive negative che possono portare i bambini ad abbandonare lo sport (Fraser-Thomas, Coté e Deakin 2008b; Fraser-Thomas, Côté e Deakin 2008a). Tra i vari fattori legati all'abbandono sportivo (oltre ad es. alla bassa percezione di competenza e alla mancanza di divertimento), troviamo anche fattori interpersonali e ambientali come la pressione percepita e le aspettative non realistiche da parte di genitori e allenatori (Crane e Temple 2015; Fraser-Thomas, Coté e Deakin 2008b; Fraser-Thomas, Côté e Deakin 2008a). Ogni relazione nella triade (che coinvolge genitori, allenatori e atleti) può avere effetti psicosociali sui giovani atleti avendo un impatto sia sulle loro prestazioni che sul vissuto sportivo (Jowett e Timson-Katchis 2005).


Genitori e allenatori (così come i coetanei, fratelli e sorelle) sono "ingranaggi" di spicco all'interno di un "sistema" sportivo giovanile altamente integrato che si impegnano in relazioni diadiche e reciproche con i giovani atleti (Dorsch et al. 2020). Tuttavia, spesso si sviluppano tra genitori e allenatori rapporti conflittuali, dove quest'ultimi percepiscono i primi come una fonte di stress derivante dalla loro mancanza di comprensione specifica dello sport, dalla richiesta di più tempo e attenzioni, sia verso sé stessi che nei confronti dello sviluppo del proprio figlio, nonché dal mancato rispetto dei ruoli e delle responsabilità degli allenatori (Gould et al., 2016; Knight e Harwood, 2009). Per questo gli allenatori possono tendere a vedere i genitori come il "nemico", come prepotenti e distruttivi, rafforzando la loro preferenza per un contatto minimo con loro (Gould 2019; Holt e Knight 2014) o semplicemente evitandoli del tutto (Gould et al., 2008).



D'altro canto, è stato rivelato che molti genitori provano stress nello sport giovanile quando percepiscono che gli allenatori si comportano in modo non professionale, ad esempio arrivando tardi durante gli allenamenti, facendo favoritismi e comunicando male, fornendo feedback insufficienti e mostrando scarso interesse nel dialogo (Harwood e Knight 2009a; Harwood, Drew e Knight 2010). Questi comportamenti degli allenatori hanno il potenziale per alimentare sentimenti di frustrazione e confusione tra i genitori, costituendo un notevole esempio della tensione che può manifestarsi tra genitori e allenatori (Harwood e Knight 2009a).


Per promuovere una maggiore collaborazione tra genitori e allenatori, Preston e colleghi suggeriscono che gli allenatori potrebbero avviare comunicazioni più frequenti e oneste con i genitori e considerare i metodi (ad esempio e-mail, di persona, al telefono) e i tempi (frequenza e coerenza) della comunicazione allenatore-genitore. Proprio per questi motivi diventa fondamentale strutturare dei progetti di coeducazione in cui sono coinvolti sia la famiglia che tutto il contesto sportivo, individuando delle strategie educative e formative adeguate.


Non importa infatti quanto i genitori siano appassionati o coinvolti nei risultati dei loro figli, o quanto gli allenatori siano competenti, ma piuttosto entrambi dovrebbero essere consapevoli dei loro comportamenti potenzialmente controproducenti e lavorarci (Bois et al., 2009).


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BIBLIOGRAFIA

Bois, J. E., Lalanne, J., & Delforge, C. (2009). The influence of parenting practices and parental presence on children's and adolescents' pre-competitive anxiety. J Sports Sci. 27(10):995-1005.

Crane, J., and V. Temple. 2015. “A Systematic Review of Dropout from Organized Sport among Children and Youth.” European Physical Education Review 21 (1): 114–131

Dorsch, T. E., A. L. Smith, J. A. Blazo, J. Coakley, J. Côté, C. R. Wagstaff, . . . M. Q. King. 2020. “Toward an Integrated Understanding of the Youth Sport System.” Research Quarterly for Exercise and Sport 1–15.

Fraser-Thomas, J., J. Coté, and J. Deakin. 2008b. “Examining Adolescent Sport Dropout and Prolonged Engagement from a Developmental Perspective.” Journal of Applied Sport Psychology 20 (3): 318–333.

Fraser-Thomas, J., J. Côté, and J. Deakin. 2008a. “Understanding Dropout and Prolonged Engagement in Adolescent Competitive Sport.” Psychology of Sport and Exercise 9 (5): 645–662.

Gould, D., L. Lauer, C. Rolo, C. Jannes, and N. Pennisi. 2006. “Understanding the Role Parents Play in Tennis Success: A National Survey of Junior Tennis Coaches.” British Journal of Sports Medicine 40 (7): 632–636

Gould, D., L. Lauer, C. Rolo, C. Jannes, and N. Pennisi. 2008. “The Role of Parents in Tennis Success: Focus Group Interviews with Junior Coaches.” The Sport Psychologist 22 (1): 18–37.

Gould, D., S. Pierce, E. M. Wright, L. Lauer, and J. Nalepa. 2016. “Examining Expert Coaches’ Views of Parent Roles in 10- and-under Tennis.” Sport, Exercise, and Performance Psychology 5 (2): 89.

Harwood, C., and C. Knight. 2009a. “Stress in Youth Sport: A Developmental Investigation of Tennis Parents.” Psychology of Sport and Exercise 10 (4): 447–456.

Harwood, C., and C. Knight. 2009b. “Understanding Parental Stressors: An Investigation of British Tennis-parents.” Journal of Sports Sciences 27 (4): 339–351.

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