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Le difficoltà dei genitori nel percorso parasportivo dei propri figli

Il ruolo dei genitori nella partecipazione allo sport giovanile è ben compreso e studiato, con la letteratura scientifica che sta sviluppando sempre più modelli psicologici di sostegno e programmi educativi per i genitori (Knight et al., 2017). A tal proposito, un recente lavoro di Dorsch e colleghi (2022) ha delineato lo sviluppo di un modello euristico per comprendere lo sport giovanile che incapsula l’interconnessione dei sistemi sociali e ambientali (ad esempio la famiglia, i compagni di squadra, gli allenatori e l’ambiente sportivo in generale). Tuttavia, i ricercatori non hanno approfondito le esperienze dei genitori con bambini disabili e il modello non tiene conto di sistemi, contesti e interazioni più ampi che potrebbero influenzare la partecipazione allo sport giovanile, come ad esempio le scuole e gli insegnanti.

 

sport e disabilità

Essere genitori di un bambino disabile porta con sé una complessità aggiuntiva, dove diversi fattori interagenti influiscono sulle capacità di reazione e sulla resilienza dei genitori stessi (Russell, 2003).


Questi includono:



·       la diagnosi del bambino e le esperienze dei genitori che portano alla diagnosi;

·       i bisogni specifici del bambino (e degli altri fratelli se presenti);

·       le reti di sostegno genitoriale;

·       le caratteristiche del genitore stesso;

·       la disponibilità di servizi locali per soddisfare i bisogni del bambino e della famiglia;

·       le aspettative dei genitori per il futuro (Heiman, 2002; King et al., 1999).

 

Pousada e colleghi (2013) sostengono inoltre che esiste un'interazione multiforme tra determinanti genitoriali e potenziali risultati per il bambino, dove, ad esempio, un bambino il cui genitore ha accesso a una rete sociale forte e di supporto, sperimenterà risultati più positivi rispetto a un bambino che si sente isolato.

 

Un altro studio comparativo, che ha esaminato le percezioni dei genitori con e senza un figlio disabile, ha dimostrato che i genitori di quest'ultimo percepiscono l'impegno nello sport come un ruolo importante non solo nel dare potere ai propri figli, offrendo opportunità di socializzazione e realizzazione personale, ma anche come contribuito ad alleviare alcune delle difficoltà fisiche associate alle loro menomazioni (Ferrari, 2019).

 

Una revisione di Piskur e colleghi (2012) ha dimostrato che i genitori di giovani disabili svolgono un ruolo importante nel consentire ai propri figli di impegnarsi nelle attività. Allo stesso modo, Ferrari (2019), ha dimostrato che l’attività fisica è vista come un veicolo di impegno sociale, e permettere di sviluppare la fiducia in sé stessi e nel proprio fisico. Inoltre, diversi autori hanno evidenziano anche alcuni ostacoli all’impegno, vale a dire gli atteggiamenti degli altri, le insufficienti opportunità di impegno al di fuori della scuola e della casa, le barriere all’accessibilità nell’ambiente naturale e costruito (Columna et al., 2020; Fitzgerald, 2018; Sharpe et al., 2022).

 

Columna e colleghi (2020), infatti, sostengono che i genitori riconoscono che l’impegno dei propri figli nello sport è una loro responsabilità, ma notano che esistono limitate opportunità sportive specifiche per la disabilità e pochi professionisti sportivi adeguatamente qualificati per consentire l’impegno nello sport. Ciò che manca nella letteratura, quindi, è un esame del ruolo svolto dai genitori dei giovani atleti d’élite non solo nell’avviare, ma anche nel sostenere la carriera di un giovane atleta nel parasport agonistico.

 

Per questi motivi, Coates e Howe (2023) hanno cercato di implementare le conoscenze su questa popolazione determinando i meccanismi che utilizzano per supportare al meglio i genitori di giovani disabili nell’accesso alle opportunità sportive per i loro figli. Nello specifico, l’articolo esamina l'intersezione tra genitorialità, disabilità e sport giovanile evidenziando le sfide distintive per i genitori degli atleti che fanno parte di percorsi parasportivi d’élite.

 

Attraverso le descrizioni e le riflessioni dei genitori, gli autori hanno cercato di comprendere al meglio la complessa natura della genitorialità all'interno del percorso parasportivo del Regno Unito. Le interviste hanno esplorato i valori genitoriali, le esperienze di genitorialità di un bambino disabile, i ruoli adottati nel facilitare l'attività sportiva dei propri figli e le sfide e i successi vissuti durante i loro viaggi parasportivi.

 

I risultati hanno mostrato le sfide che i genitori devono affrontare nel sostenere l’impegno parasportivo dei propri figli, tra cui la tensione finanziaria, la mancanza di opportunità locali adeguate e i ruoli aggiuntivi che devono assumere per favorire e faclitare l’impegno sportivo. Mentre anche i genitori di atleti normodotati sperimentano una maggiore tensione relativa a costi e tempo dovuti all’impegno sportivo giovanile dei loro figli (Dunn et al., 2016), i risultati di Coates e Howe (2023) mostrano come queste sfide possano essere amplificate per i genitori di giovani atleti con disabilità che si muovono in un mondo sociale progettato per escludere o emarginare le persone disabili (Goodley et al., 2018).

 

Attraverso il punto di vista dei genitori, gli autori hanno evidenziato come le scuole tradizionali e i contesti comunitari non offrano sufficienti opportunità ai giovani disabili, e come le questioni relative all’inclusione sociale siano in prima linea nelle menti dei genitori quando cercano opportunità extracurriculari per i propri figli. Inoltre, hanno esaminato le paure e le preoccupazioni che i genitori di bambini disabili hanno nei confronti dei loro figli, e i numerosi sacrifici e sfide che devono affrontare per sostenerli nella carriera sportiva.

 

Concludendo, gli organi di governo dello sport dovrebbero riesaminare i percorsi sportivi per i giovani disabili, garantendogli che gli venga offerta l’opportunità di progredire nello sport. Ad esempio, Flyerz Hockey, è un’iniziativa di hockey inclusiva per disabili di base, sostenuta e promossa da England Hockey e portata avanti attraverso i principali club di hockey in tutta l’Inghilterra. In Italia abbiamo una realtà simile che è quella di Insuperabili, una Onlus che utilizza il calcio come strumento di socializzazione e integrazione che con il divertimento e l’allenamento può portare miglioramenti al livello di salute psico-fisica, alla soddisfazione personale e alla qualità della vita del singolo atleta.

 

Tuttavia, i professionisti e gli psicologi dello sport che lavorano con famiglie di giovani disabili dovrebbero creare una piattaforma per collaborare e co-costruire meccanismi di sostegno ed educazione per i genitori (e i giovani), invece che escluderli, riconoscendo la complessità di crescere un bambino con disabilità e che vuole fare sport (Spencer-Cavaliere et al., 2017; Allan et al., 2020).

 

Bibliografia

Per tutti i riferimenti bibliografici consultare l’articolo di Janine Coates & P. David Howe (2023): Parents in the parasport pathway: Parental experiences of facilitating their child’s engagement in competitive disability sport, Journal of Applied Sport Psychology.


Sei un genitore di un ragazzo o una ragazza disabile che pratica sport? Vuoi saperne di più su come gestire le difficoltà che incontrate quotidianamente?


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